Buongiorno. Si sprecano le analisi stamattina: da quelle dei “false flag” (il poliziotto c’era, non c’era, è morto, non è morto), a quelle dei “vi hanno preso in giro, boccaloni, ci siete cascati”, per arrivare a “evviva la libertà di stampa, ma meglio a casa loro (la libertà, la stampa satirica e il pensiero)”.
Si sprecano analisi. A la guerre comme à la guerre e così via. Da noi giornalisti, come da chiunque abbia un profilo sociale su qualsivoglia social. Forse è giunto il momento di leggere tutti un po’ di più, ascoltare i TG in luogo degli Amici di Maria e riflettere prima di parlare.
Tutta la mia stima, come sempre. M
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Thanks Big One.
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Si può aggiungere che probabilmente nell’era dei social network regna l’istintività più che la riflessione?
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Sì, si può. Io mai come in questi giorni sento necessità di silenzi e riflessioni. Che portano ad analisi più di testa che di pancia.
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Fatti de genere, provocano in chiunque una reazione e addirittura avvicinano alla scrittura (intendo di metter qualcosa per iscritto) chiunque anche chi non ci ha mai pensato. E questo può produrre risultati disastrosi. Detto questo, tanti sono i pensieri, a volte contraddittori che si aggrovigliano nella testa di ognuno di noi perchè il problema è complesso e in tale complessità va affrontato. Nel frattempo ti invito sul mio blog se lo vuoi seguire si chiama Riflessioni. Grazie.
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Come giornalista sento moltissimo questo problema. Perché – come dici tu – può produrre risultati disastrosi (e basta leggere qua e là in giro per il Web). Sarò lieta di seguire il tuo blog. A bientôt
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